Tavolozze dipinte

         

                 

 

L'idea di dipingere i suoi soggetti preferiti (  asinelli, cavalli, nudi e carrozzelle) su delle tavolozze di varia grandezza, venne a Gori intorno al 1959. Infatti, è da questa data che egli cominciò ad  eseguire una serie di tavolozze dipinte. All'inizio erano tavolozze nuove, ma  ben presto cominciò ad utilizzare sue tavolozze, già usate per dipingere. In  questo modo la tavolozza, anche se utilizzata per poco tempo, acquistava un  senso di vissuto, che dava poi al soggetto su di essa dipinto, un fascino particolare.
L'idea della tavolozza dipinta ebbe un grande successo, poiché  chi amava  l'arte di Gori, poteva avere sia un quadro, che un oggetto che era appartenuto  al maestro. Certamente di tavolozze dipinte se ne trovano pochissimi esemplari, poiché Gori, anche se una sua idea aveva successo, non  la inflazionava .

Le tavolozze dipinte continuarono anche negli anni '70, quando il maestro cominciò ad usare i colori acrilici. Ma in questo periodo Gori non usò più  la classica tavolozza di  legno, ma cominciò a preparare i colori su delle pagine di giornale, cosicché alla fine  di qualche lavoro, anziché buttare via il giornale con i colori usati, lo  utilizzava per dipingerci sopra. Questi piccoli scherzi pittorici allora,  sembrano dare nuova vita alla pagina di un vecchio giornale, sembrano quasi  usciti dalla storia.

 

         

 

         


LA TECNICA PITTORICA

Il Maestro Gino Paolo Gori, usava una sua particolare tecnica, per dipingere un quadro su tela o tavola di legno. La tela juta o la tavoletta, se era già stata preparata con gesso acrilico, lui la sgarassava passandovi un po' di alcool. Poi, disegnava a carboncino il soggetto. Il terzo passaggio, era quello di  preparare il soggetto disegnato, dipingendolo ad acquarello, e poi  infine, dipingerlo in modo completo. Con questa tecnica, la tela nell'ultimo passaggio ad olio, non veniva mai ricoperta totalmente, ma in alcune parti traspariva la preparazione del quadro ad acquarello. Questo modo personale di dipingere, dava una particolare luce ai quadri, e quasi in dei punti una terza dimensione.

 

  Bozzetti non finiti, preparati  ad acquarello.